Due parole sulla Biblioteca Baroni 85.

Apre la Biblioteca Baroni 85.

Nota. La chiamo “Biblioteca Baroni 85“, ma non è il suo nome.

È come chiamare “Coso” un bambino che non conosci, o quando qualcuno che conosci poco ti chiama “Mito”, o tu lo chiami “Grande”.
Semplicemente non sappiamo come si chiami. Dobbiamo guardarla in faccia. Aprire il nastro adesivo che abbiamo usato in abbondanza, con le scritte poco significative sui lati – le prime, EINAUDI VARIA, SAGGISTICA; le ultime, LIBRI E ALTRO.
E poi…
Ma prima, un piccolo riepilogo.
Domani, 26 ottobre 2023, prenderemo tutti i miei libri da un magazzino qui a Milano – sono una trentina di cartoni di volumi – e li porteremo allo spazio Baroni 85, per creare una biblioteca sociale. Lo spazio Baroni 85, per capire rapidamente cos’è, potete leggere qui: o farvene un’idea sapendo che è a Gratosoglio, una zona molto povera e molto problematica a sud di Milano; e che lo spazio sarà a disposizione dei ragazzi dai 14 ai 25 anni circa.
L’iniziativa è sotto l’egida del Penelope Story Lab, la scuola di scrittura che dirigo; è già in calendario un corso gratuito di riorganizzazione, gestito da noi e dalla Biblioteca Chiesa Rossa, al termine del quale le daremo finalmente un nome.
Detto questo. 
Nella creazione della biblioteca un elemento per me fondamentale sarà l’ordinamento dei libri; e poi l’arredo.
Non lo deciderò io, come detto: noi porteremo gli scatoloni, e poi li apriremo insieme ai ragazzi che parteciperanno al corso Costruisci la tua biblioteca, e insieme ai bibliotecari della Biblioteca Chiesa Rossa di Milano. Lì i bibliotecari ci diranno come fare, noi suggeriremo.
Se dovessi decidere io per casa mia, farei come nella mia vecchia abitazione: un ordine per editore per i libri della stessa categoria concettuale, con alcune eccezioni.
I romanzi de Il Saggiatore, per dire, sono tutti con la costa bianca e stanno bene insieme, ordinati per autore e poi nel caso per titolo – di Gombrowicz, per dire, ne ho solo uno, ma mi piacerebbe averne un altro paio. Gli Adelphi, poi, occuperebbero almeno tre scaffali: ci sono i romanzi di Kundera, c’è Sebald, John McPhee, Brodskij ovviamente, altri.
Ci sono gli Einaudi, da Saga – fuori commercio – a Volponi, Ginzburg; i Bompiani dei racconti di Flannery O’Connor; una splendida edizione de Il ventre di Napoli di Matilde Serao presa a Castellammare; eccetera.
Gli Utet, ci mancherebbe; ci sono i miei, sì.
Poi però iniziano le turbe concettuali.
Per dire: Andrea Pazienza andrà nello scaffale fumetto, con Ranxerox e il gruppo Valvoline, e tutto Gipi; i libri su Hitchcock nello scaffale cinema, con Truffaut, i Deleuze, eccetera; ma Stephen King di On writing e di Danse macabre va nei saggi sulla scrittura e lettura con Nabokov (Nabokov lo metto con Adelphi, nelle Lezioni, o in scrittura? E tutto Cortázar lo metto per casa editrice, disperdendolo, o per autore, violando la regola?), oppure nei romanzi con It, Scheletri, Cose preziose, le due copie di Pet sematary, eccetera?
Dove diavolo va Borges? E la Szymborska e Mandel’staam, li metto nella sezione scrittori o lari della biblioteca?
La Achmatova, la Parigi del ‘900, le lezioni di scrittura di Guido Conti per il Corriere, la Recherche, i libri in francese e in inglese, i libri d’arte, dove vanno?
Ordinare una biblioteca è guardare dentro la propria testa, e scoprire con meraviglia che non c’è mai posto, a meno che non scopra un criterio; e quando scopri un criterio, ti accorgi di essere solo eccezione.
 
Ultima nota. Molti mi hanno chiesto: posso contribuire?
La Biblioteca senza nome conterrà la Piccola biblioteca Vittorio Porpora, di libri e riviste di scacchi.
Se volete contribuire con questi, sono automaticamente accettati.
I graphic novel, cercheremo loro di trovare spazio.
Ogni altro libro, sapremo dire quando apriremo i cartoni.
Qui sotto vi metto un un bel disegno di Will Eisner, che ci sta ed è sempre accetto.
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